
Storia del legame indissolubile tra Chris Cornell e Chester Bennington
Spesso ci si chiede se tra artisti con grandi personalità e carriere possa nascere una profonda amicizia priva di invidia e rivalità. È possibile, ma piuttosto raro e quando succede si crea una connessione di anime capace di affascinare il pubblico. È esattamente ciò che è avvenuto tra Chris Cornell, iconica voce dei Soundgarden e degli Audioslave, e Chester Bennington, carismatico frontman dei Linkin Park: un incontro di destini e conflitti interiori, il riflesso delle sofferenze di uno nell’altro, le stesse battaglie da affrontare, la depressione e la dipendenza da alcol e droghe.
Il loro rapporto è stato fonte di ispirazione ed empatia nel mondo del rock ed è durato fino alla scomparsa di entrambi. Chester, con la sua personalità vivace e aperta, e Chris, forse più riflessivo e riservato, condividevano non solo il palcoscenico e la passione per la musica, ma anche un legame profondo, forgiato attraverso esperienze condivise, battaglie personali e la reciproca comprensione delle sfide legate alla fama e alla vulnerabilità emotiva.
I due musicisti si sono subito sentiti attratti dalle rispettive personalità e dalla passione che entrambi avevano per la musica e hanno trascorso del tempo insieme a condividere le loro esperienze artistiche e a parlare della vita in generale.
Il sodalizio è nato sul palco della quinta edizione del festival Projekt Revolution, organizzato proprio dalla band californiana, ma per Chester, cresciuto ascoltando musica grunge, la stima e l’ammirazione per Cornell si sono sviluppate in adolescenza.
In un’intervista con Metal Hammer ha spiegato quanto fosse importante per lui aver avuto quella opportunità: “Sono cresciuto ascoltando i Soundgarden, gli Alice in Chains e i Nirvana. Non credo che nessuna scena musicale mi abbia influenzato tanto quanto quella che veniva da Seattle. C’era tanta bella musica in quel periodo”. Il Projekt Revolution Tour si è svolto in Nord America tra luglio e agosto del 2008 ed era composto da 24 spettacoli nell’arco di 39 giorni. Oltre a Chris Cornell si sono esibiti The Bravery, Busta Rhymes, ASHES DIVIDE e Street Drum Corps.
Per Chester è stato bello vedere la partecipazione entusiasta dei fan a questa manifestazione: è stata la prova di quanto questi fossero aperti anche ad altri gruppi e generi musicali, e di quanto supportassero la band qualunque cosa facesse, e per loro ha avuto un grande significato.
Sera dopo sera i vari artisti hanno avuto modo di creare momenti di maggiore condivisione con dei duetti: Chester è salito sul palco per cantare una canzone insieme a Chris Cornell e viceversa. Inizialmente si era pensato a Fell On Black Days dei Soundgarden, ma poi non è stata più eseguita per ragioni sconosciute.
Hanno scelto Hunger Strike dei Temple Of The Dog e Crawling, due pietre miliari nel panorama musicale diverse per stile e tematiche, ma di grande impatto emotivo.
Sul palco si è creata forte connessione e affinità e quando Chris è entrato con la sua voce esplosiva sulle parole: “To find myself again/ My walls are closing in/ I’ve felt this way before/ So insecure”, il trasporto e l’immedesimazione sono stati palpabili.
Sempre Chester: “Quando eravamo in tour per il Projekt Revolution cantavo con lui Hunger Strike dei Temple Of The Dog. Ovviamente anche Eddie Vedder rappresenta una grande influenza per me. Quella è una delle mie canzoni preferite. Amo sentirli cantare su quel pezzo, quindi quando Chris me l’ha chiesto ho detto subito “Certo, canterò la parte di Eddie”, ma lui mi ha risposto “No amico, dovrai cantare le parti alte.” Credo di aver replicato ridendo: “Me**a, no!
Ci siamo conosciuti allora e siamo andati subito molto d’accordo. È stato davvero bello per me essere là fuori con uno dei miei eroi e andavamo molto d’accordo. Chris è un ragazzo straordinario. Siamo diventati davvero buoni amici. Vado sul palco ogni sera con lui ed eseguo Hunger Strike e lui esce durante il nostro set e suona Crawling con noi e il pubblico impazzisce.
Sono stato molto nervoso prima di cantare con qualcuno solo due volte. La prima è stata con Paul McCartney ai Grammy, quando ho dovuto fare le parti alte di Yesterday. È un brano che non puoi sbagliare!
La seconda è stata proprio Hunger Strike con Chris, e dovevo arrivare a note davvero alte. Il miglior complimento che abbia mai ricevuto è stato proprio il suo. Dopo l’esibizione ha riso e mi ha detto “Amico, in teoria non saresti dovuto riuscire a farla, ho scelto quella parte per te apposta!” E, per me, questo era un gran complimento. Una cosa divertente è che quando io e Chris cantavamo quella canzone ci guardavamo di continuo sul palco e mia moglie era ‘gelosa’.
Succedeva perché lo ammiravo tantissimo come persona e come artista e anche per l’amicizia che si era creata tra noi. È come se lo conoscessi da sempre. È stato un periodo molto speciale”
Chester ha parlato di Chris come di un uomo molto riservato e tranquillo e ha ricordato con affetto i momenti di relax passati insieme a bordo piscina, lontani dalle luci del palco, in compagnia delle rispettive famiglie. Ha ricordato con tenerezza di quando ha avuto l’onore di fare da padrino di battesimo al figlio minore Christopher.
Entrambi con voci potenti e grande sensibilità verso tematiche emotive esprimevano ciò che avevano sperimentato nei momenti più difficili nella loro vita, ciò che li aveva portati a riflettere sulla musica come mezzo di guarigione e di espressione. Queste similitudini hanno rafforzato il loro rapporto di amicizia. Cornell ha detto: “Quando siamo stati in tournée in Australia, Chester si è rotto il polso durante la terza canzone e poi ha finito l’intero set con un polso rotto. Quel tipo di dedizione e passione, come, ‘Questo è quello che sto facendo, questo è la cosa più importante è che sono sul palco in questo momento’, questo mi colpisce.”
Chris e Chester si sono sostenuti a vicenda nei momenti difficili, spesso parlando apertamente delle loro lotte con la depressione e l’ansia. La loro amicizia ha evidenziato l’importanza del sostegno reciproco, soprattutto in un’industria spesso critica e poco comprensiva nei confronti delle questioni di salute mentale.
Nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2017, dopo un concerto dei Soundgarden a Detroit, Chris si è tolto la vita e per Chester è stato un duro colpo: “Era una persona eccezionale e una brava persona. Il suo contributo alla musica non ha rivali”. La perdita di Chris lo ha scosso profondamente e ha espresso il suo dolore e la sua incredulità attraverso tributi musicali e via social, dimostrando quanto profonda fosse la loro connessione.
Ha affidato i suoi sentimenti a una lettera pubblica:“ Ho sognato i Beatles la notte scorsa. Mi sono svegliato con Rocky Racoon in testa e davanti allo sguardo preoccupato di mia moglie. Mi ha detto che il mio amico era appena morto. La mia mente si è riempita di tuoi ricordi e ho pianto. Sto ancora piangendo, con tristezza e gratitudine per aver condiviso alcuni momenti molto speciali con te e la tua bella famiglia. Mi hai ispirato in tanti modi che non puoi nemmeno immaginare. Il tuo talento era puro e senza rivali. La tua voce era gioia e dolore, rabbia e perdono, amore e struggimento, tutto insieme.
Credo che sia l’essenza di quel che tutti siamo. Tu mi hai aiutato a capirlo. Ho appena guardato un video in cui tu cantavi A Day In The Life dei Beatles e mi è tornato in mente quel mio sogno. Mi piace pensare che eri tu che mi stavi dicendo addio a modo tuo. Non posso immaginare un mondo senza di te. Prego affinché tu possa trovare pace nella prossima vita.
Mando il mio affetto a tua moglie e ai tuoi figli, amici e famiglia. Grazie per avermi permesso di essere parte della tua vita. Con tutto il mio amore. Il tuo amico, Chester”.
I Linkin Park avevano in programma di esibirsi al Jimmy Kimmel Live! quindi hanno pensato di dedicargli One More Light, un brano appropriato che parla del dolore del lutto.
A metà esibizione le lacrime gli hanno bloccato le parole in gola, ma è stato comunque un tributo autentico che ha commosso tutto il pubblico. In un certo senso ciò lo ha preparato emotivamente all’elogio funebre. “Chris, so che sei lì e voglio che sia speciale. Voglio la canzone giusta. Mettimela in testa, dammi la giusta sensazione. Dammi qualcosa.
Mi ricordavo dalle nostre conversazioni che era amico di Jeff Buckley, quindi ho pensato che Hallelujah fosse una buona canzone. È la mia preferita, credo che sia una delle migliori mai scritte e di sicuro la versione di Jeff è la mia preferita. Quindi era una bella cosa, perché era qualcuno a cui Chris era legato. Ed era anche un altro dei miei cantanti preferiti. Ho scelto quel brano e poi ho parlato con sua figlia Lily; a quanto pare spesso la cantavano insieme, anche con Toni, sua sorella. Non sapevo questa cosa, quindi è stato un momento speciale e sono onorato di avervi partecipato in questo modo positivo”.
Solo due mesi dopo, precisamente il 20 luglio, giorno del compleanno di Chris, Chester compie lo stesso tragico gesto estremo, gettando nello sconforto le due famiglie, i fan e tutto il mondo della musica. Le due mogli, Talinda Bennington e Vicky Cornell, hanno portato avanti la loro amicizia sostenendosi a vicenda in questa tragica comunanza di destini.
Forse, ricordando l’amico perduto, ha rivissuto un dolore mai superato, forse ha pensato di poter placare le ingannevoli voci nella sua testa che gli offrivano una via di uscita attraverso l’autodistruzione. Non lo sapremo mai. Resta una ferita aperta nel cuore di molti fan, ma da allora si è aperto un dialogo intorno alla salute mentale e alla lotta contro le dipendenza, sottolineando l’importanza del supporto reciproco nella comunità musicale e oltre.
Qualche settimana dopo Dave Grohl e Taylor Hawkins intervenendo in un podcast, hanno affrontato l’argomento della loro morte: “Quando si tratta di persone come Chris o Chester la depressione è una malattia e ognuno fa il proprio percorso. Non possiamo parlare della condizione di qualcun altro, ma la parte più difficile di tutto questo è la perdita di un amico.
Abbiamo immediatamente pensato alle loro famiglie e alle loro band. Erano due persone così belle, dolci, talentuose e con tanto da offrire. E’ stato un vero shock sapere di averli persi”.
L’amicizia tra Chester e Chris rimane un simbolo potente di come le relazioni umane possano offrire conforto e comprensione nelle sfide della vita, ricordandoci la necessità di prestare attenzione e cura ai nostri cari. Un esempio straordinario di legame profondo, comprensione, rispetto reciproco e condivisione di esperienze. Resteranno per sempre una fonte di ispirazione per tutti i fan e delle ancore di salvezza nei momenti di tempesta.
Rosanna Costantino

Rosanna Costantino
Rosanna Costantino, 43 anni, è nata e vive in Basilicata. Laureata in Lettere Moderne, è giornalista e ha lavorato per oltre quindici anni nella redazione de Il Quotidiano della Basilicata come correttrice di bozze. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro dal titolo "In The End. Una biografia non ufficiale di Chester Bennington", tradotto poi anche in inglese e portoghese. Il suo argomento pre... Leggi di più
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